L'Ansia


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L'ansia, in condizioni normali, è uno stato di attivazione, di carica psicologica e organica che ci consente di affrontare i problemi quotidiani con la grinta necessaria per la loro risoluzione; è una tensione positiva, creativa, alla base dell'intelligenza, motore del progesso.
L'ansia diviene patologica quando lo stato di allarme e paura e' "esagerato" rispetto ai reali pericoli, quando fa sentire deboli e dipendenti dagli altri.
In questo caso l'ansia non e' adattiva, ma diventa un problema che puo' rendere la persona incapace di controllare le proprie emozioni e di affrontare anche le situazioni piu' semplici.
Da emozione comune l'ansia può trasformarsi in un problema per le modalità e l'intensità con cui si presenta, ad esempio se si manifesta:
- Con intensità eccessiva rispetto alla situazione;
- Per un periodo prolungato;
- Con molto anticipo rispetto alla situazione temuta;
- In modo ricorrente di fronte ad una categoria di stimoli che per altre persone non è fonte di particolare disagio;
Altri elementi caratteristici dei disturbi d'ansia sono i cambiamenti del comportamento che la persona ansiosa mette in atto, ad esempio:
- tendenza ad evitare luoghi o situazioni in cui potrebbe provare ansia;
- adozione di strategie per limitare il più possibile la condizione che provoca ansia;
- frequente richiesta di rassicurazioni;
- preoccupazioni frequenti;
In questi casi la quotidianità può essere molto condizionata dall'ansia, la qualità della vita peggiora e la persona compie scelte e prende decisioni più in base all'ansia che al proprio reale desiderio.

Riprendendo il Manuale Diagnostico e Statisco dei Disturbi Mentali (DSM IV) vediamo che i disturbi d'ansia sono così catalogati e descritti:

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Cos'è l'attacco di panico?

- Un Attacco di Panico corrisponde a un periodo preciso durante il quale vi è l'insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con una sensazione di catastrofe imminente. Durante questi attacchi sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di "impazzire" o di perdere il controllo.
Il DSM-IV definisce l'attacco di panico come un periodo di intensi paura o disagio, durante il quale sono presenti almeno quattro dei seguenti sintomi i quali si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di una decina di minuti:
1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
2. sudorazione
3. tremori fini o a grandi scosse
4. dispnea o sensazione di soffocamento
5. sensazione di asfissia
6. dolori o fastidio al petto
7. nausea o disturbi addominali
8. sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sè stessi)
10. paura di perdere il controllo o di impazzire
11. paura di morire
12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
13. brividi o vampate di calore
Per codificare un disturbo di panico è necessario che gli attacchi siano inaspettati e ricorrenti e che almeno uno degli attacchi sia seguito da almeno un mese di uno o più dei seguenti sintomi:
  • preoccupazione persistente di avere altri attacchi
  • preoccupazione a proposito delle implicazioni dell'attacco o delle sue conseguenze (es. perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, "impazzire")
  • significativa alterazioni del comportamento correlata agli attacchi

Come si manifesta?

Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, cioè si manifesta "a ciel sereno", per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso.
Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un'esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta. E' ovvio che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.
Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per "paura della paura" che altro. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta "agorafobia", ovvero l'ansia relativa all'essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Diventa cosè pressochè impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l'auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via.
L'evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l'inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere adulto ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.

Quando si manifesta?

Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non indicano necessariamente un attacco di panico. Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente troviamo la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l'essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.
I primi attacchi si verificano di solito in situazioni agorafobiche (come guidare da soli o viaggiare su un autobus in città) e comunque spesso in qualche contesto stressante.

Per saperne di più sull'attacco di panico

Imparare a guarire stress, depressione, attacchi di panico di Rocca Renzo, Stendoro Giorgio - Armando Editore - 2003
Ricomincia da te! Superiamo insieme ansie, paure, fobie, attacchi di panico, ossessioni, preoccupazioni
di Rolla Enrico - Gribaudi - 2003
Attacchi di panico. Un viaggio attraverso se stessi
di De Bartolomeis Donatella - Miele - 2010
Uscire dal panico. Ansia, fobie, attacchi di panico. Nuove strategie nella gestione e nella cura
di Ghezzani Nicola - Franco Angeli - 2003
Attacchi di panico. Che cosa sono, come affrontarli, come curarli
di Pagnanelli Roberto - Il Punto d'Incontro - 2003
L' arcobaleno. Un lungo viaggio attraverso l'agorafobia e gli attacchi di panico
di Bertini Pierluigi - Mamma - 2010
Di paura si vive. Sei livelli per comprendere e superare gli attacchi di panico e le fobie
di Lombardozzi Marco - Koinè Nuove Edizioni - 2009
Come vincere gli attacchi di panico
di Buzzi Andrea - Sovera Editore - 2008

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Cos'è l'agorafobia

L'Agorafobia è l'ansia o l'evitamento verso luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di un Attacco di Panico o di sintomi tipo panico.
Questa patologia è molto spesso accompagnata da attacchi di panico e, questa componente, mina e scoraggia la costruzione di progetti di autonomia. L'attacco d'ansia o di panico rafforza la convinzione della persona circa il bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui fino a rendere impossibili una serie di attività anche elementari (come il fare la spesa). Si innesca così un circolo vizioso in cui gli attacchi d'ansia e panico aumentano la dipendenza e le sensazioni di incapacità personale; queste a loro volta, rendono più esasperato lo stato conflittuale e di insoddisfazione, facilitando la comparsa dell'ansia.
Nei casi estremi, chi soffre di agorafobia può arrivare a vivere recluso in casa propria ed a dipendere completamente dai familiari.

Per saperne di più sull'agorafobia

L' arcobaleno. Un lungo viaggio attraverso l'agorafobia e gli attacchi di panico
di Bertini Pierluigi - Mamma - 2010
La paura di avere paura. Oltre il timor panico e l'agorafobia
di Marchand Andrè, Letarte Andrè - San Paolo Edizioni - 1997
Mai più attacchi di panico e di ansia. 121 modi per recuperare velocemente il proprio equilibro
di Manassee Buell Linda - Red Edizioni - 2010

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La Fobia Specifica è caratterizzata da un'ansia clinicamente significativa provocata dall'esposizione a un oggetto o a una situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento.
Secondo il DSM-IV-TR, i Criteri Diagnostici per la Fobia Specifica sono i seguenti:
- Paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall'attesa di un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un'iniezione, vedere il sangue).
- L'esposizione allo stimolo fobico quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata, che può prendere forma di Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione.
Nota: Nei bambini, lì'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, con l'irrigidimento, o con l'aggrapparsi a qualcuno.
- La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
- Le situazioni fobiche sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.
L'evitamento, l'ansia anticipatoria o il disagio nella/e situazione/i temuta/e interferiscono in modo significativo con la normale routine della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o le relazioni sociali, oppure è presente disagio marcato per il fatto di avere la fobia.

Tipi di fobie

Esistono diversi tipi di fobie:
Tipo animali.
Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..
Tipo ambiente naturale.
Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell'acqua (idrofobia), ecc..
Tipo sangue-iniezioni-ferite.
Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un'iniezione o altre procedure mediche invasive.
Tipo situazionale.
Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare (aviofobia), guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia).
Altro tipo.
Nel caso in cui la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore o l'evitamento di situazioni che potrebbero portare a soffocare o contrarre una malattia (vedi anche disturbo ossessivo-compulsivo e ipocondria), ecc. Una forma particolare di fobia riguarda il proprio corpo o una parte di esso, che la persona vede come orrende, inguardabili, ripugnanti (dismorfofobia).

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La Fobia Sociale è caratterizzata da un'ansia clinicamente significativa provocata dall'esposizione a certi tipi di situazioni. La caratteristica principale della fobia sociale è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo imbarazzante o umiliante e di ricevere giudizi negativi.
Questa paura può portare chi ne soffre ad evitare la maggior parte delle situazioni sociali, per la paura di comportarsi in modo "sbagliato" e di venir mal giudicati. Solitamente le situazioni più temute da chi soffre di fobia sociale sono quelle che implicano la necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone, come ad esempio esporre una relazione o anche solo firmare, telefonare o mangiare; a volte può creare ansia semplicemente entrare in una sala dove ci sono persone già sedute, oppure parlare con un proprio amico.
Le persone che soffrono di fobia sociale temono di apparire ansiose e di mostrarne i "segni", cioè temono di diventare rosse in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere batticuore, oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri, senza avere la battuta "pronta".
Infine, accade spesso che chi ne soffre, quando non si trova in una situazione temuta, riconosca come irragionevole la propria paura e tenda, conseguentemente, ad auto accusarsi e rimproverarsi per non riuscire a fare cose che tutti fanno.
La fobia sociale, se non trattata, tende a rimanere stabile e cronica, e spesso può dare luogo ad altri disturbi come la depressione.
Tale disturbo sembra esordire normalmente in età adolescenziale o nella prima età adulta.
Solitamente si distinguono due tipi di Fobia Sociale:
semplice, quando la persona teme solo una o poche tipologie di situazioni (per esempio è incapace di parlare in pubblico, ma non ha problemi in altre situazioni sociali come partecipare ad una festa o parlare con uno sconosciuto);
generalizzata, quando invece la persona teme pressochè tutte le situazioni sociali. Nelle forme più gravi e pervasive, si tende a preferire la diagnosi di Disturbo Evitante di Personalità. tuazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento.

Per saperne di più sulle fobie

Chi ha paura della paura? Come riconoscere e affrontare timori, angosce, fobie
di Andrè Christophe - Corbaccio - 2005
Uscire dal panico. Ansia, fobie, attacchi di panico. Nuove strategie nella gestione e nella cura
di Ghezzani Nicola - Franco Angeli - 2003
Le fobie. Come vincerle
di Proietti Giuliana - Xenia - 1997
Chi ha paura del bambino cattivo? alle origini delle fobie infantili
di Zancanella Lucia - Foschi - 2010
Di paura si vive. Sei livelli per comprendere e superare gli attacchi di panico e le fobie
di Lombardozzi Marco - Koinè Nuove Edizioni - 2009
Ricomincia da te! Superiamo insieme ansie, paure, fobie, attacchi di panico, ossessioni, preoccupazioni
di Rolla Enrico - Gribaudi - 2003

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Il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni che causano un disagio marcato, fanno consumare tempo (anche più di un'ora al giorno) o interferiscono con le normali abitudini quotidiane, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività e le relazioni sociali.
Come il nome stesso lascia intendere, il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono delle idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti che vengono esperiti, almeno inizialmente, come intrusivi e senza senso. Le persone generalmente reagiscono alle ossessioni tentando di ignorarle, di sopprimerle e di neutralizzarle con altri pensieri o azioni.
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un'ossessione, secondo regole che devono essere applicate rigidamente. Tali comportamenti sono finalizzati e intenzionali: hanno lo scopo di neutralizzare o prevenire qualche disagio, qualche evento o situazione temuti. In linguaggio tecnico le compulsioni sono dette anche "rituali" o "cerimoniali": sono comportamenti non connessi in modo realistico con ciò che dovrebbero neutralizzare o prevenire, e sono considerati chiaramente eccessivi anche agli occhi di chi è costretto ad eseguirli.

Le ossessioni più frequenti

  • Preoccupazione eccessiva per sporcizia, germi, urina, feci
  • Paura intensa delle infezioni
  • Immagini sessuali perverse
  • Paura di farsi del male o di far del male ad altri
  • Paura di provocare un evento negativo
  • Pensieri persistenti relativi a colori, numeri
  • Superstizioni
  • Preoccupazione intensa per quanto concerne moralità. religione, valori
  • Paura di dire qualcosa di osceno e/o offensivo
  • Immagini violente
  • Estrema preoccupazione per ordine, disposizione simmetrica delle cose

Le compulsioni più frequenti

  • Lavarsi le mani farsi la doccia, in modo ripetitivo e ritualizzato
  • Pulire oggetti, mobili in modo eccessivamente prolungato
  • Controllare ripetutamente elettrodomestici, luci, serattature, gas
  • Scrivere o leggere lo stesso testo più volte
  • Contare il numero di vocali/sillabe di un paragrafo prima e dopo la lettura
  • Ripetere certi movimenti, alzarsi in un certo modo, fare le scale ecc
  • Controllare eventuali danni a persone o cose
  • Contare un numero indefinito di volte
  • Necessità di dire o di fare cose per essere rassicurati

La relazione tra ossessioni e compulsioni può essere definita sulla base della loro relazione funzionale con l'ansia o il di stress mentre le ossessioni producono stati di ansia o distress, le compulsioni sono azioni (mentali o comportamentali) eseguite nel tentativo di attenuare tali stati. Non esistono compulsioni senza ossessioni, esistono tuttavia ossessioni senza compulsioni (ossessioni pure).
Sia le ossessioni che le compulsioni possono essere considerate - alla stregua della qualità del sonno, dell'umore, dell'appetito, della tensione, dello stress, ecc - quali indicatori del benessere e del disagio psicologico generale di un individuo. Se il disturbo ossessivo compulsivo non viene curato, generalmente tende a cronicizzare e ad aggravarsi progressivamente.

Per saperne di più sul disturbo ossessivo compulsivo


Disturbo ossessivo-compulsivo
di Abramowitz Jonathan S. - Giunti Organizzazioni Speciali - 2010
Il disturbo ossessivo-compulsivo
di Bogetto Filippo, Albert Umberto, Saracco Paola - Fioriti - 2006
Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo compulsivo
di Melli Gabriele - Ecomind - 2006
Il disturbo ossessivo-compulsivo. La diagnosi e la cura
di Carlevaro Tazio - Dubois - 2004

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Il Disturbo Post-traumatico da Stress è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell'arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma.
Questa patologia si ha quando si sviluppano sintomi tipici che seguono l'esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica:
  • l'esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all'integrità fisica;
  • la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all'integrità fisica di un'altra persona;
  • il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui e' in stretta relazione." (DSM IV R).

Il Disturbo Post Traumatico da Stress induce l'individuo a vivere in uno stato emotivo di forte allarme, appunto stress, che si manifesta con i seguenti sintomi:
1) Comportamenti di evitamento di tutto ciò che potrebbe riguardare o rievocare il trauma, sia indirettamente che a livello simbolico e che causa un grande disagio psicologico
2) Flashback: pensieri intrusivi sotto forma di immagini, scene, sensazioni che rievocano l'accaduto. Nel caso dei bambini, a volte questi tendono a manifestare questo vissuto facendo giochi ripetitivi che hanno a che fare con elementi riguardanti il trauma
3) Incubi che fanno rivivere l'esperienza dell'evento in modo molto realistico con conseguente difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
4) Iperattivazione: caratterizzata da insonnia, irritabilità, bisogno di controllo, nervosismo.
5) Attacchi di panico o stati d'ansia generalizzata
6) Depressione e disturbi dell'umore
7) Isolamento e alienazione
8) Problemi nel funzionamento sociale, lavorativo, scolastico per un lungo periodo successivo al trauma dovuti a difficoltà a rapportarsi agli altri, mancanza di concentrazione, senso di sfiducia o rabbia
9) Abuso di sostanze (droghe, psicofarmaci, alcool...) in cerca di "sollievo" dalle sensazioni spiacevoli legate al trauma
10) Paura intensa
11) Stato di coscienza alterato, che genera ottundimento o confusione
12) Amnesie del trauma o sintomi dissociativi, soprattutto se il trauma è avvenuto durante l'infanzia
13) Sentimenti che compromettono l'aspetto relazionale come riduzione marcata dell'interesse o della partecipazione ad attività significative; sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri; affettività ridotta (per es. incapacità di provare sentimenti di amore);sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli, o una normale durata della vita).
14) Disturbi fisici come stanchezza perdita di memoria e di concentrazione, vertigini, palpitazioni, tremori, difficoltà nel respirare (dispnea), "nodi" alla gola, nausea, diarrea, mal di testa, di collo e di schiena, disordini mestruali, variazioni del desiderio sessuale
Il Disturbo Post Traumatico da Stress, si presenta collegato a tutte quelle situazioni nella quale l'individuo subisce un "colpo violento" accompagnato dalla messa in pericolo sia sul piano fisico che su quello emotivo sia perchè lo subisce direttamente, sia perchè vi assiste. Per esempio e' la modalità principe per esprimere il disagio nelle persone che subiscono violenza in genere, violenza domestica o abuso, e altrettanto frequentemente nei casi di incidente automobilistico o disastri.

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Il Disturbo Acuto da Stress è caratterizzato da sintomi simili a quelli del Disturbo Post-traumatico da Stress che si verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico.

Per saperne di più sul disturbo post-traumatico da stress


Disturbo post-traumatico da stress. Le risposte acute e a lungo termine al trauma e al disastro
di Fullerton Carol S., Ursano Robert J. - Centro Scientifico Editore - 2002
Disturbo post-traumatico da stress. Aspetti clinici e terapia
di Yule William - McGraw-Hill Companies - 2000

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Il Disturbo d'Ansia Generalizzato è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive.
La persona che soffre di questo disturbo è continuamente preda di uno stato di agitazione e di ansia accompagnato da costante inquietudine e da una preoccupazione cronica, incontrollabile, per qualsiasi genere di circostanza o attività.
L' ansia e la preoccupazione sono associate con tre o più dei sei sintomi seguenti:
1. Irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle;
2. Facile affaticabilità;
3. Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;
4. Irritabilità;
5. Tensione muscolare;
6. Alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente);
Nei disturbi d' ansia sono inoltre frequenti sintomi somatici come sudorazione, vampate di rossore, batticuore, nausea, diarrea, cefalea, vertigini, sensazione di freddo, mani appiccicose, bocca secca, nodo alla gola, respiro poco profondo, pollachiuria (aumento della frequenza delle urine).
Tutte queste manifestazioni somatiche riflettono l'iperattività del sistema nervoso autonomo. Anche la frequenza del polso e la respirazione possono essere elevate.
A volte vengono lamentati disturbi alla muscolatura scheletrica: tensione e dolenzia muscolare, soprattutto nella zona della nuca e delle spalle; tic alle palpebre e in altre parti del corpo; tremori; facile affaticabilità e incapacità a rilassarsi.
Questo disturbo può compromettere la qualità di vita delle persone che ne sono affette poichè esse vivono in uno stato di tensione continua: si preoccupano non solo per gli eventi quotidiani della vita, per lo stress a cui sono sottoposti, ma per qualsiasi cosa: i familiari, la salute, la situazione economica, il lavoro, il mondo che li circonda.
Un senso di ansia, a volte vago, altre grave, accompagna immancabilmente queste persone. Sono irrequieti, tesi, hanno difficoltà a concentrarsi, per quanto stanchi non riescono a sedersi, non riescono a riposare.
La naturale conseguenza è un progressivo isolamento, prima dagli amici, poi dal lavoro, riducendo al minimo le proprie attività.
Alcuni sviluppano un episodio di depressione maggiore per cui si rivolgono allo specialista, altri, preoccupati per la loro salute, iniziano iter diagnostici e terapeutici dispendiosi e del tutto inutili.
Se non riconosciuto e curato, il disturbo d' ansia generalizzato può protrarsi per molti anni riacutizzandosi nei momenti di maggiore stress.

Per saperne di più sull'ansia

Disturbo d'ansia generalizzato. Manuale per chi soffre del disturbo.
Centro Scientifico Editore - 2004
Ansia, che fare? Prevenzione, farmacoterapia e psicoterapia
CLEUP - 2010
L' ansia
di Rachman Stanley - Laterza - 2004

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Ormai è chiaro che l'ansia, quando supera un certo livello, disperde troppe energie e porta ad un disagio insopportabile.
Bisogna quindi trovare una via d'uscita.
Troppo spesso i disturbi d'ansia sono trattati solo con la terapia farmacologica (di stretta competenza medica), utile a ridurre o eliminare la sintomatologia, ma non ad eliminare le cause del disturbo.
I disturbi d'ansia si possono affrontare rivolgendosi ad uno specialista del benessere psichico, come lo psicologo/psicoterapeuta, chiedendo una consulenza necessaria a raccogliere gli elementi utili per individuare un percorso specifico utile alla sua risoluzione.
Il percorso psicoterapeutico, può avere una valenza importante, in quanto è finalizzato non solo ad eliminare il sintomo, ma anche le sue cause, percorrendo la strada che va alla radice del disagio.
La terapia sistemico-relazionale si può rivelare utile nel trattamento di questo disturbo.
Lo psicologo in base agli elementi raccolti nei primi colloquio decide la cadenza (bisettimanale, settimanale, quindicinale, mensile) e la durata delle sedute (da 45 min per l'individuale ad un'ora o un'ora e mezza per le coppie e le famiglie), chi coinvolgere nelle sedute di terapia (l'individuo, la coppia, la famiglia), in base agli obiettivi da raggiungere e ai bisogni delle persone in quel momento.



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